Movimenti e associazioni ambientaliste

Risponde Francesco Borzaga presidente del WWF del Trentino Alto Adige

Intervista semi-strutturata effettuata tramite e-mail in data 10/12/2008


D:Qual è il vostro ruolo all'interno della questione dell'orso in Trentino?

R:Il WWF si è molto occupato a suo tempo dell'orso nel Trentino. La Sezione WWF Trentino A.A. è stata fondata nel 1968, quale prima Sezione autonoma in Italia, proprio per ottenere la sopravvivenza del plantigrado sulle nostre montagne. Il WWF ha condotto negli anni molte ricerche sul tema, ha organizzato convegni e promosso diverse pubblicazioni. Attualmente l'Associazione segue questo argomento a livello di "Ecoregione alpina". Nel maggio scorso ha organizzato un convegno internazionale a Prato allo Stelvio (BZ). Il tema "orso" è seguito costantemente e attivamente dai nostri esperti del "Gruppo Fauna".

D:Siete favorevoli o contrari alla reintroduzione dell'Oso in Trentino?

R:Il WWF è favorevole al reinserimento. L'orso è una componente insostituibile del patrimonio faunistico del Trentino, regione nella quale è ininterrottamente stato presente.

D:Secondo voi per l'opinione pubblica è più forte l'immagine dell'orso che viene ucciso ("vittima") o dell'orso che mangia le pecore?( "carnefice")

R:E' più forte l'immagine dell'orso come "vittima", dato l'alto valore dell'animale. Da un altro punto di vista nelle cronache inevitabilmente l'orso appare più frequentemente come divoratore di pecore. Sarebbe molto utile al riguardo l'appoggio costante della stampa.

D:Sapete esattamente quanti e dove sono gli orsi in questo momento?

R:Gli orsi sono seguiti regolarmente e la loro localizzazione è nota. Esiste una squadra provinciale di esperti.

D:Visti gli avvenimenti accaduti in passato (maltrattamenti, uccisioni...) trovate che il progetto Life Ursus sia un progetto riuscito o piuttosto da rivedere?

R:Il progetto Life Ursus si propone di creare una popolazione vitale nell'arco alpino. Fino ad oggi si è verificato un discreto incremento degli animali e un buon successo riproduttivo. Fino ad oggi il progetto ha avuto esito positivo.

D:Quanto pensate abbia influito per l'attrattiva turistica il fatto di avere l'orso bruno nella nostra regione?

R:Probabilmente l'immagine dell'orso nel Trentino dal punto di vista turistico ha avuto un peso positivo ma non eccezionale.





Risponde Giusi Ferrari Associazione Animalmente.

Intervista semi-strutturata effettuata tramite e-mail in data 10/12/2008


D:Potrebbe farci un piccolo sunto degli obiettivi e anche le dimensioni del gruppo che rappresenti?

R:Animalmente si prefigge lo scopo di diffondere culturalmente la filosofia animalista. Filosofia che ha rappresentato nei primi anni Settanta la grande svolta nel nostro rapporto con il mondo animale. Noi crediamo in un’evoluzione umana che necessariamente comprenda l’espansione illimitata delle nostre capacità empatiche. E siamo l’esempio della possibilità di una vita che leda il meno possibile la libertà di autodeterminazione dell’alterità animale. Crediamo fermamente in un antispecismo che dopo avere osteggiato razzismo e sessismo porti l’umanità ad abbattere le barriere che ci inducono a discriminare le altre specie viventi. Crediamo nella pace e nella libertà tra gli uomini e tra gli uomini e gli animali.

Come gruppo indipendente abbiamo adesioni che provengono da numerose realtà, difficili da quantificare ma numerose e in crescita costante.

La mia attività animalista è iniziata otto anni fa come rappresentante provinciale della Lega Anti Vivisezione e sta proseguendo attraverso il sito www.animalmente.it e il mio lavoro di giornalista.

D:Il gruppo animalista che rappresenta è contrario o favorevole al reinserimento dell' orso bruno in Trentino. Perché?

R:Noi saremmo favorevoli al reinserimento dell’orso in Trentino se il nostro territorio fosse culturalmente pronto alla convivenza con questo animale. Non è stato fatto un lavoro serio di preparazione alla sua accoglienza e il continuo stato di allarme che crea ogni spostamento dell’orso ne è la prova. Il problema di fondo è che a pagarne le conseguenze più gravi sono gli orsi stessi.

D:Che ruolo e che posizione ha avuto Lei e il suo gruppo nel dibattito sorto in relazione al progetto?

R:Animalmente unitamente ad altre associazioni animaliste e ambientaliste è sceso in campo per la prima volta in occasione della cattura di Jurka. Già prima avevamo effettuato degli interventi volti a ridimensionare le reazioni esagerate e purtroppo esasperate dalla stampa in seguito agli spostamenti degli orsi. Il nostro ruolo è stato quello di portare nel dibattito il punto di vista animale. Storicamente l’animalismo ha spostato l’interesse dalla specie all’individuo e le attuali frontiere della bioetica stanno realizzando lo stesso passo. Così il progetto Life Ursus per noi è un progetto fatto di individui dalle caratteristiche uniche e dai comportamenti specifici. Individui che vanno compresi, rispettati e salvaguardati. Personalmente ho scritto diversi articoli e cinque editoriali sul quotidiano Trentino dedicati alle nostre posizioni rispetto al progetto Life Ursus e alla cattura di Jurka. Sono leggibili all’indirizzo:

http://nuke.animalmente.it/Pubblicistica/Articoli/tabid/75/Default.aspx

nel contenitore “dal quotidiano Trentino Corriere Alpi”.

D:Secondo Lei che tipo di immagine hanno i trentini riguardo l'orso bruno. È più diffusa una considerazione negativa, di predatore che uccide ecc. o prevale invece una considerazione positiva riguardo la sua presenza sul territorio? (di animale ucciso in Baviera, vittima della cattiveria dell'uomo)...

R:Il problema della presenza dell’orso è stato sollevato dagli allevatori e dagli apicoltori. Una storia antica fatta di difesa della propria fonte di reddito dagli attacchi dei predatori. La perdita economica è però arginabile visto che sono previsti cospicui risarcimenti economici stanziati dalla Provincia, senza contare le misure che dovrebbero comunque essere attuate per proteggere greggi e alveari da qualsiasi predazione.

L’opinione pubblica generale invece vive con apprensione la morte e la cattura di questo animale. Quando abbiamo raccolto le oltre 20.000 firme per liberare Jurka, siamo rimasti sorpresi della quantità di gente che in Val di Non è scesa a Cles per firmare la petizione. Una coppia di anziani è persino arrivata con il trattore. Tutta gente che ha incontrato Jurka, sull’uscio di casa, sulla pista ciclabile con i suoi piccoli o nei boschi intorno alle abitazioni. Nessuno di coloro che l’ha incontrata è stato assalito e tutti invece la rivogliono. Perché la sua presenza aveva riportato quell’equilibrio naturale che la scomparsa dei predatori ci aveva tolto per sempre.

D:Conosce il numero di plantigradi presenti sul territorio in seguito all'introduzione del progetto?

R:So che dovrebbero esserci dai 25 ai 28 esemplari, ma se interpellate Groff del Servizio Foreste otterrete sicuramente informazioni più aggiornate.

D:Ormai è diverso tempo che il progetto è stato avviato. Considera il progetto come un' iniziativa condotta e gestita positivamente o invece da rivedere e deludente?

R:Più volte sono intervenuta a mezzo stampa dicendo che il progetto è fallito. E’ fallito dal momento che ci sono state delle vittime tra gli orsi e dal momento in cui gli orsi sono diventati “problematici”, termine che serve solo a infondere carattere di negatività alle caratteristiche specifiche di questi animali. Orsi quindi continuamente monitorati attraverso i radiocollari. Chiaramente non vorremmo privarci della loro presenza, ma ci chiediamo come mai solo nei recenti anni Novanta avevamo diversi esemplari autoctoni senza che attirassero tutte queste attenzioni. Abitavano questo territorio che va sempre più antropizzandosi lasciando sempre meno spazio alla natura selvaggia. Sono soprattutto gli impianti di risalita sciistici a creare problemi in tale senso. Vorrei ricordare un bellissimo testo del Servizio Parchi e Foreste Demaniali e del Museo di Scienze Naturali scritto dal grande esperto Fabio Osti nel 1991: un trattato sull’orso bruno in Trentino. L’orso c’era e secondo Osti in realtà non si è mai estinto. Alla luce di questo, il progetto Life Ursus potrebbe rivelarsi come un meccanismo artificiale messo in atto sulla pelle dell’orso. Perché è venuto meno il principio fondamentale della vita selvatica di un essere vivente: la libertà. Noi vogliamo orsi liberi e se liberi non possono essere, se rischiano di essere uccisi come prevede il piano interregionale o rinchiusi a vita in un recinto, preferiamo lasciarli dove sono. Non siamo neppure stati capaci di attingere all’esperienza con gli orsi Gizzly del naturalista canadese Charlie Russel, ospite dell’ultima edizione del Trento Film Festival montagna.

D:Ritiene che la presenza dell' orso possa in qualche modo incidere, positivamente o negativamente, sul turismo della provincia e delle zone limitrofe?

R:In internet è possibile trovare un filmatino amatoriale fatto da alcuni turisti che dall’alto del seggiolino di un impianto di risalita riprendono Jurka e i suoi piccoli che passeggiano nella neve. Gli animali attraggono sempre, ma ciò che preoccupa noi è il rispetto della loro riservatezza. Jurka nel recinto di San Romedio ha sofferto molto per l’esposizione cui l’abbiamo costretta, unitamente alla prigionia, alla nostalgia dei figli e alla noia. Il Trentino diffonde un’immagine di terra incontaminata e selvaggia, ma a ben vedere non è proprio così. Se i turisti che vogliamo attirare sono quelli che amano gli aspetti forti e liberi della natura, sicuramente la presenza dell’orso potrà stimolarli ulteriormente. E sicuramente non volgiamo che gli altri orsi siano ospitati a San Romedio: una piccola fossa senza sole dove all'orso è tolta tutta la dignità.

D:Siete in contatto con altre associazioni e, il progetto Life Ursus è diventato oggetto di dibattito anche di altre associazioni fuori provincia, nazionali o anche internazionali?

R:Sì, praticamente con tutte le associazioni nazionali e attraverso queste con alcune realtà internazionali

D:Vi sentite rappresentati da qualche gruppo politico? Per esempio i Verdi per il Trentino?

R:Animalmente è un gruppo indipendente. Personalmente invece collaboro con il Consigliere dei Verdi Roberto Bombarda attraverso apporti di natura culturale a quei disegni di legge che riguardano animali e vegetarianesimo.





Risponde Anna Pilati Vicepresidente Movimento Vegetariano No alla Caccia www. no-alla-caccia.org

Intervista semi-strutturata realizzata tramite e-mail in data 02/12/2008

D:Può fare un sunto e cercare di delineare gli obiettivi principali del vostro movimento, e le dimensioni da esso assunte?

R:Il nostro movimento è diffuso su tutto il territorio nazionale. Il nostro obiettivo principale è far abolire la caccia, per questo stiamo facendo azioni di diffusione sulla realtà della caccia e per far
conoscere alle persone che non corrisponde al vero quanto sostengono le lobby dei cacciatori e cioè che la caccia regolamenta gli animali. E' vero il contrario! Come primo obiettivo vogliamo che venga vietata la caccia all'interno delle proprietà private (il cacciatore è l'unico che può entrare nelle proprietà altrui senza permesso). Siamo tutti vegetariani/vegani, ci impegnamo con serate, presidi,
manifestazioni a diffondere il vegetarianesimo e tutte le conseguenze disastrose derivate dall'industria dell'allevamento intensivo (inquinamento ambientale, fame nel mondo, sprechi enormi di acqua, malattie della civilizzazione ecc.).
Siamo inoltre spesso al fianco di altre associazioni animaliste per denunciare tutti i soprusi sugli animali. (vivisezione, industria delle pellicce ecc..)

D:Il gruppo animalista che rappresenta è contrario o favorevole al reinserimento dell’orso bruno in Trentino? Perché?

R:Quando è stato iniziato il progetto il nostro movimento non era ancora nato. Alla luce di quanto è accaduto possiamo dire che siamo contrari alla reintroduzione dell’orso in quanto non c’è alcuna
tutela per gli animali.

Da come si sono comportati i politici risulta chiaro che per loro la reintroduzione dell’orso è stata voluta soltanto per un’immagine pubblicitaria del Trentino senza tener conto l’esigenze di questi
animali.

D:Che ruolo e che posizione ha avuto Lei e il suo gruppo nel dibattito sorto in relazione al progetto?

R:Noi abbiamo denunciato la violazione dei diritti degli animali. Gli orsi sono una specie protetta in Italia e un progetto di reintroduzione deve prevedere anche alcuni cambiamenti dell'uomo a favore di creare un ambiente adatto all'orso. Per esempio: è assurdo permettere di andare in montagna con la motoslitta durante l'inverno nelle zone dove è presente l'orso. Ogni rumore insolito disturba e fa uscire dal letargo questi animali con le conseguenze che possiamo prevedere.

D:Secondo Lei che tipo di immagine hanno i trentini riguardo l'orso bruno? E’ più diffusa una visione negativa, di predatore che uccide ecc o prevale invece una considerazione positiva riguardo la sua presenza sul territorio, (di animale ucciso in Baviera,vittima della cattiveria dell'uomo)...

R:Purtroppo penso che molti trentini abbiano paura dell'orso. Probabilmente si portano nel DNA i sensi di colpa per tutti gli orsi uccisi fino al secolo scorso. Durante le nostra campagne per JURKA LIBERA abbiano però incontrato moltissime persone che hanno rispetto per l'orso e sono
disposte ad accettare la sua presenza.

D:Conosce il numero di plantigradi presenti sul territorio in seguito all'introduzione del progetto?

R:Degli orsi portati dalla Slovenia sembra ne siano rimasti soltanto tre o quattro. In tutto si stima ci possano essere circa 20 orsi.

D:Ormai è diverso tempo che il progetto è stato avviato. Considera il progetto come un'iniziativa condotta e gestita positivamente o invece da rivedere e deludente?

R:L'iniziativa è da rivedere. Noi abbiamo più volte sottolineato che il Life Ursus si è dimostrato più un esperimento che un progetto. faccio un esempio: è risaputo che gli orsi sono gran camminatori. Un progetto avrebbe dovuto prevedere la possibilità che alcuni orsi si spostassero in Svizzera o in Austria per cui andavano presi prima degli accordi con questi paesi in modo da evitare quello che poi è successo con Bruno (ucciso in Baviera) e JJ3 (ucciso in Svizzera).

D:Ritiene che la presenza dell'orso possa in qualche modo incidere, positivamente o negativamente, sul turismo della provincia e delle zone limitrofe?

R:Di certo può incidere positivamente e come dicevo all'inizio questo è stato il motivo per cui i politici hanno appoggiato il progetto. (La presenza dell'orso è associata ad un habitat ancora integro e puro...) .Se poi però viene diffusa "la psicosi" da orso (come nel caso di Jurka) ecco che allora può incidere negativamente sul turismo e guarda caso l'animale viene eliminato proprio ad inizio stagione turistica e rinchiuso in un luogo dove l'orso è un richiamo turistico.

D:Siete in contatto con altre associazioni?, il progetto Life Ursus è diventato oggetto di dibattito anche di altre associazioni fuori provincia, nazionali o anche internazionali?

R:Siamo in contatto con alcune associazioni animaliste italiane LAC , LAV e OIPA e dopo la vicenda di Jurka e gli altri orsi con un’associazione animalista slovena e una tedesca.

D:Vi sentite rappresentati da qualche gruppo politico? per esempio i verdi per il Trentino?

R:Diciamo che abbiamo buoni contatti con alcuni rappresentanti politici all'interno dei verdi, ma non ci sentiamo propriamente rappresentati.

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